Metodologie Statistiche per i Futures Studies e il Foresight Strategico
Coordinatore del gruppo:
Simone di Zio, Università degli studi di Chieti-Pescara
Membri del consiglio:
Corrado Crocetta (Vice-coordinatore), Università degli studi di Bari
Matilde Bini, Università Europea di Roma
Mario Bolzan, Università degli studi di Padova
Enrico Di Bella, Università di Genova
Angela Maria D'Uggento, Università degli studi di Bari
Maria Gabriella Grassia, Università degli studi di Napoli Federico II
Finalità scientifiche del gruppo:
Il gruppo della Società Italiana di Statistica FutureSis ha la finalità scientifica di promuovere e coordinare la ricerca statistica, metodologica e applicata, nel campo dei Futures Studies e del Foresight strategico. Data la tematica trattata, FutureSis ha una connotazione multidisciplinare e internazionale, elementi importanti su cui si basa l’idea di promuovere l’incontro fra approcci qualitativi e quantitativi.
FutureSis promuove la cooperazione e le sinergie tra statistici, studiosi di scienze sociali, decisori politici ed agenzie governative, promuovendo la partecipazione a progetti, workshop e conferenze internazionali e collaborando con altre società scientifiche. Inoltre, si occupa di promuovere i rapporti con organismi ed associazioni nazionali ed internazionali che trattano i Futures Studies.
A tutti i livelli (un individuo, una famiglia, un’impresa o un governo) non si può più “navigare a vista” e le decisioni devono essere prese tenendo conto degli scenari futuri a breve, medio e lungo termine, in modo da costruire apposite “bussole” per navigare l’incertezza. Non è un caso che in molti governi e organizzazioni internazionali sono state istituite commissioni per il Foresight strategico, inteso come applicazione delle metodologie dei Futures Studies in ambito aziendale, sia pubblico che privato, al fine di supportare le decisioni strategiche.
Nel 2020 la Commissione Europea ha istituito il primo commissario allo strategic foresight (vicepresidente Maroš Šefčovič) al fine di orientare le scelte strategiche dell’UE e adottare politiche adeguate alle sfide del futuro (ambiti sociale ed economico, geopolitico, verde e digitale). Grecia, Finlandia e Singapore, per fare qualche esempio, hanno da tempo istituito all’interno dei loro governi gruppi di esperti in Futures Studies. L’UNESCO, dal 2012 porta avanti un progetto globale di diffusione della Futures Literacy, ritenuta un fattore chiave per lo sviluppo sostenibile.
La statistica, pur occupandosi da sempre di previsioni intese come “forecasting” è stata meno presente nel versante del “foresight”. I Futures Studies hanno bisogno di dati (quali-quantitativi) fra i quali l’expertise (inteso come dato soggettivo qualificato e, qualora possibile, certificato) assume, se correttamente utilizzato, un ruolo nuovo e cruciale che non sostituisce gli altri dati ma si integra con essi, in modo da ampliare le possibilità di creare informazioni. E in questo processo di integrazione, la statistica diventa fondamentale.
Gli strumenti propri della statistica assumono una nuova utilità nell’ambito dei Futures Studies, avendo enormi potenzialità per descrivere il presente, costruire le traiettorie verso il futuro e disegnare gli scenari futuri.
In tutti gli strati della società (famiglie, giovani, imprese, enti locali, governi nazionali e organizzazioni sovranazionali) c’è bisogno di orientare adeguatamente il futuro e in tal senso gli statistici sono chiamati non solo a prevedere il futuro ma ad anticipare i futuri e sviluppare scenari futuri, in modo da prepararci ad essi per evitare quelli distopici e favorire quelli desiderabili.
Quindi, la statistica ha tutte le carte in regola per entrare nei Futures Studies potendo offrire contributi in ogni step del processo di costruzione di scenari e/o strategie, contributi qualificanti a beneficio di tutti compresi gli utilizzatori finali che sono sempre più esigenti e rilevanti.
Si tratta solo di impostare correttamente il dialogo scientifico con le altre discipline (ad es. la sociologia, l’informatica e persino l’arte) al fine di creare sinergie. C’è bisogno di unire le forze per affrontare nuove sfide: trattare enormi quantità di dati, di natura molto diversa, per gestire la complessità che è implicita in qualunque esercizio di Foresight strategico.
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